Sinossi
“Un ragazzo e una ragazza fanno un viaggio attraverso tragitti già percorsi e luoghi già visitati diversi anni prima. Durante questo viaggio realizzano di non essere più le stesse persone di un tempo”
Synopsis
“A boy and a girl make a journey through the journeys already traveled and places already visited several years before. During
They realize they’re not the same people they used to be.”

Titolo Sguardi (Glances in inglese)
Anno 2024’
Durata 10’
Genere autobiografico, documentario, film saggio, sperimentale
Regia Simone Paderi
Da un’idea di Simone Paderi
Sceneggiatura Simone Paderi (trattamento)
Consulenza artistica/scientifica Elisa Meloni, Davide Orrù
Fonti originali
Prodotto da Simone Paderi; Enki Film, Creative Factory ETS
Con il contributo di Diocesi di Lanusei, Diocesi di Nuoro, Su Palatu Fotografia, Vincenzo Ligios
Location / Ambientazione Gairo, Gairo Vecchio, Spiaggia di Su Sirboni; Ulassai, Grotta di Su Marmuri, Monte Tisiddu; Osini, Scala di San Giorgio, Osini Vecchio
Fotografia Simone Paderi
Camera Simone Paderi
Musiche A song for the Moon di Headlund, Imaginators di Jay Worton, Below Horizon di Luwaks (da piattaforme online)
Suono in presa diretta Simone Paderi
Missaggio/Sonorizzazione Simone Paderi
Montaggio Simone Paderi
Color correction/grading Simone Paderi
Compositing/Grafica/Animazione
Materiali d’archivio archivio personale di Simone Paderi
Contributors / Persone partecipanti Sara Ruiu, Simone Paderi
Sinossi
Un ragazzo e una ragazza fanno un viaggio attraverso tragitti già percorsi e luoghi già visitati diversi anni prima. Durante questo viaggio realizzano di non essere più le stesse persone di un tempo.
Formato di ripresa HD (Mirrorless Panasonic LUMIX DC-GH5)
Formato di proiezione 16:9, FHD
Colore
Paese Italia
Lingue Italiano
Distribuzione Simone Paderi;
Enki Film, collettivo dell’associazione “Creative Factory ETS”
Premi e festival
Menzione speciale per la Fotografia al Moon Arts Film Festival 2024; partecipazione come anteprima work in progress alla Pastorale del turismo 2023, al Cagliari Essay Film 2023 e Micrometraggi 2024
Extras
Guarda Sguardi
Note di regia
Protagonista di Sguardi siamo la mia fidanzata Sara e io, Simone, anche se quasi
sempre nascosto dietro la camera.
Sguardi è mix tra film saggio e documentario autobiografico, tra film di famiglia e film
diario, un film girato e vissuto in prima persona, in cui ho voluto trasformare un
viaggio nel territorio dell’Ogliastra, in Sardegna, in un viaggio dentro noi stessi,
dentro Sara e Simone, dentro il percorso di una coppia che affronta i propri dubbi, le
proprie insicurezze, i propri problemi. Sguardi è il mio tentativo di fermare per un
poco il tempo per porre l’attenzione sulla mia storia d’amore e proteggerla: porto
Sara dentro questa bolla, ne cerco il contatto, ci parlo. Ma il film è anche il fugace
sguardo sulla vita di una coppia che prova a raccontarsi, portando nella sua intimità
il pubblico e condividendo con esso le incertezze.
Intervista
Simone, grazie per essere qui con noi. Iniziamo con la domanda più semplice:
di cosa parla Sguardi?
Grazie a voi per l’opportunità.
Sguardi è un viaggio interiore ed esteriore: i protagonisti siamo io e la mia fidanzata Sara. Anche se io sto quasi sempre dietro la camera, è un racconto in cui entrambe le nostre voci e prospettive si intrecciano. È un film che mescola generi diversi: film saggio e documentario autobiografico, film di famiglia e film diario. Attraverso le immagini, ho voluto trasformare un viaggio fisico nell’Ogliastra, in Sardegna, in una sorta di viaggio dentro noi stessi, dentro la nostra relazione.
È interessante come tu descriva il film come un diario, un modo per fermare il tempo e riflettere sulla tua storia d’amore. Qual è l’obiettivo che ti sei posto
con questo progetto?
Volevo creare una sorta di bolla temporale in cui la mia storia con Sara potesse esistere e trovare un suo spazio, come se potessi proteggerla per un po’ dal mondo esterno. Nel film cerco il contatto con Sara, le parlo, condividiamo sguardi e pensieri.
È stato un tentativo di catturare momenti fugaci della nostra intimità, di renderli eterni, come una fotografia. Nello stesso tempo, però, mi sono reso conto che non stavamo raccontando solo noi stessi: attraverso la nostra relazione, abbiamo invitato il pubblico a riflettere su ciò che significa stare insieme, vivere le incertezze e le vulnerabilità di un legame.
Nel film, tu e Sara rivisitate luoghi già conosciuti, posti che avevate già
attraversato anni prima. Qual è stato il significato di questo ritorno?
È stato quasi un processo di riscoperta. Abbiamo rivisitato strade e paesaggi che ci erano familiari, eppure ci siamo resi conto che non eravamo più le stesse persone.
Quei luoghi sono stati testimoni del cambiamento della nostra relazione e del nostro modo di vedere noi stessi. Il viaggio fisico è diventato anche una metafora di un viaggio nel tempo e nelle emozioni: è stato un modo per esplorare come noi due siamo cambiati rispetto a quando abbiamo percorso quei sentieri per la prima volta.
Il titolo Sguardi sembra indicare l’importanza del modo in cui osserviamo il
mondo e chi amiamo. Come mai hai scelto questo titolo?
Sguardi parla proprio di questo: di come ci guardiamo, di come osserviamo e siamo osservati. Gli sguardi sono momenti brevi, intensi, che spesso dicono più di tante parole. Nel film, gli sguardi tra me e Sara sono frammenti di intimità che ho cercato di catturare. Ma ci sono anche gli sguardi del pubblico, a cui apriamo la nostra storia, con tutte le sue insicurezze e fragilità. È un invito a guardare da vicino qualcosa di molto personale, ma anche qualcosa che riguarda ogni coppia, ogni storia d’amore.
Hai menzionato le incertezze e le vulnerabilità. Cosa speri che il pubblico provi vedendo il tuo film?
Spero che il pubblico si senta parte di questa intimità, che riesca a rivedersi in qualche modo nei nostri momenti di dubbio e nelle nostre conversazioni.
Le relazioni non sono sempre semplici, e credo che sia importante riconoscere le sfide, i momenti di vulnerabilità e di insicurezza che ogni coppia affronta. Sguardi è il nostro modo di dirlo, di accettarlo e, in un certo senso, di abbracciarlo.
È un film molto personale, quindi. Che effetto ti fa condividere una parte così intima della tua vita con il pubblico?
Non nego che sia stato difficile. Mettersi a nudo richiede coraggio, e c’è sempre un po’ di paura nel condividere qualcosa di così privato. Ma penso che il cinema possa essere un potente mezzo di connessione.
La mia speranza è che chi guarda Sguardi senta che non è solo, che nelle storie di altri può trovare delle risposte o semplicemente sentirsi capito.
Grazie, Simone. Non vediamo l’ora di guardare Sguardi e immergerci in questo
viaggio insieme a te e Sara.
Grazie a voi, spero che vi coinvolga, emozioni e vi faccia riflettere.
L’autore, Simone Paderi
